
Si parla di tachicardia quando la frequenza cardiaca, ossia il numero di battiti del cuore al minuto, è superiore a 100 in condizioni di riposo. In una persona sana, senza particolari patologie o disturbi, la frequenza cardiaca dovrebbe essere compresa, invece, tra i 60 e i 100 battiti al minuto.
Altri fattori possono comportare un aumento, temporaneo, del numero di battiti cardiaci. Ad esempio quando si fa attività fisica, in caso di febbre (tachicardia sinusale), in periodi particolarmente stressanti o a causa di stati d’ansia (tachicardia da stress e tachicardia da ansia), il ritmo cardiaco può aumentare, per poi rientrare entro i limiti fisiologici.
Nella maggior parte dei casi, quindi, episodi di tachicardia non sono motivo di preoccupazione, in quanto tempora
Quali sono le tipologie di tachicardia patologica?
Ci sono casi in cui, invece, la tachicardia ha natura patologica, in quanto il ritmo cardiaco aumenta anche in assenza di fattori esogeni e in condizioni di riposo.
Tra le più comuni forme di tachicardia patologica possiamo citare:
- la tachicardia ventricolare, quando la frequenza cardiaca si origina nelle camere inferiori del cuore, i ventricoli. In questi casi, il ritmo cardiaco può superare anche i 120 battiti al minuto
- fibrillazione ventricolare, una delle più frequenti cause di morte improvvisa, avviene quando l’attivazione dei ventricoli è molto rapida e irregolare e può portare ad arresto cardiaco
- tachicardia parossistica sopraventricolare, un’improvvisa accelerazione del ritmo cardiaco che ha origine a livello sopraventricolare
- fibrillazione atriale, caratterizzata da un’inefficace contrazione delle cavità atriali e da una irregolarità del ritmo cardiaco
- flutter atriale, battito cardiaco accelerato condotto ai ventricoli in maniera variabile e che ha origine a livello degli atri
Tachicardia, le cause
L’azione di pompaggio da parte del cuore è regolata da impulsi elettrici che, quando alterati, possono comportare condizioni patologiche come le aritmie. Disfunzioni nella trasmissione degli impulsi elettrici al muscolo cardiaco possono essere dovute a:
- patologie cardiovascolari, che possono comportare danni al tessuto miocardico
- malattie o anomalie cardiache
- esercizio fisico ad alta intensità
- fumo, abuso di alcol e droghe (cocaina)
- consumo eccessivo di bevande che contengono caffeina
- febbre
- anemia
- stress e stati d’ansia
- ipertiroidismo
- squilibri elettrolitici, l’attività elettrica del cuore può essere compromessa da deficit dei minerali necessari ad una corretta trasmissione degli impulsi elettrici
Tachicardia, i sintomi principali
Quando il cuore batte troppo velocemente, il pompaggio di sangue a tutto l’organismo risulta inefficace e, di conseguenza, non garantisce un sufficiente apporto ematico e, quindi, di ossigeno a tessuti e organi. Questa condizione comporta una serie di manifestazioni sintomatologiche quali sensazione di svenimento o svenimento vero e proprio, palpitazioni e dolore al petto, respiro corto.
Non sempre la tachicardia risulta sintomatica. In alcuni pazienti, infatti, la diagnosi passa necessariamente da una visita medica o dai risultati dell’elettrocardiogramma, dell’elettrocardiogramma dinamico secondo Holter o dei recenti sistemi di monitoraggio a distanza (loop recorder, reveal ecc).
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