STRESS E CARDIOPATIE

Pubblicato il 5 giugno 2025 alle ore 10:02

Lo stress, specialmente quando prolungato nel tempo, può portare a tante problematiche per la salute, dalle più semplici alle più gravi, perché altera il sistema immunitario con incremento dello stato infiammatorio, come: malattie della pelle, bocca secca, vuoti di memoria, e, nei casi più avanzati, anche problemi cardiaci. 

Perché lo stress SE PROLUNGATO PUÒ CAUSARE L’INFARTO?

Stati di tensione e agitazione prolungati sono associati, da innumerevoli studi, a un maggior rischio di eventi cardiovascolari. Questo perché lo stress provoca un’alterazione del sistema nervoso autonomo, sistema che contribuisce in particolare a regolare il funzionamento dei nostri organi in risposta a stimoli esterni , come ad esempio agisce su battito cardiaco e pressione arteriosa determinando un rialzo della pressione arteriosa stessa che può sfociare in  ipertensione arteriosa conclamata, spesso non curata adeguatamente perché asintomatica.

Sempre con identico meccanismo, lo stress agendo sul sistema simpatico può favorire la comparsa di palpitazioni e tachicardia, di tachiaritmie (extrasistolia, fibrillazione atriale ecc), o addirittura di cardiopatie ischemiche e di accidenti cerebrovascolari, qualora si manifesta in soggetti con predisposizione genetica e/o in presenza di fattori di rischio cardiovascolari come ad esempio ipercolesterolemia, fumo, obesità, ipertensione arteriosa e/o diabete mellito sempre più spesso misconosciuti o trascurati e non trattati.

Già da alcuni anni sono state registrate forme di ischemie cardiache senza documentazione di ostruzione coronariche, con prevalenza nel sesso femminile, sia in presenza dei classici fattori di rischio cardiovascolari che senza, ma con un incremento dello stato generale infiammatorio conseguenza di fattori come stress, disturbi dell’umore, fumo, iperomocisteinemia o malattie autoimmuni. Dalla Sindrome di Takotsubo alle più attuali ischemie senza coronaropatia ostruttiva (INOCA) o infarto del miocardio senza ostruzione coronarica (MINOCA) oggetto dell’ultimo congresso Nazionale della Società di Cardiologia Interventistica (Gise) dello scorso Ottobre, si è documentato che il 34% dei pazienti con tali patologie hanno dovuto attendere tre anni per una corretta diagnosi e che il 78% di essi si è sentito dire ad un certo punto che il loro problema non era cardiaco. Il 75% dei pazienti è stato costretto a ridurre il proprio orario di lavoro o licenziarsi, il 70% ha avuto peggioramento dello stato mentale e prospettive di vita ed il 54% ha dichiarato di avere avuto un peggioramento nel rapporto con partner o coniuge.  

Ad oggi sono allo studio nuovi protocolli diagnostico-terapeutici da applicare per una precoce identificazione del vasospasmo coronarico e della disfunzione microvascolare alla base di queste nuove tipologie di ischemie miocardiche senza ostruzione delle coronarie, ma che se non diagnosticate in tempo possono allo stesso modo provocare un danno irreversibile al muscolo cardiaco. In attesa della definizione di tali percorsi diagnostico-terapeutici, rimane fondamentale il ruolo della prevenzione primaria nella popolazione generale sia mediante un corretto ed adeguato monitoraggio dei fattori di rischio classici e delle loro possibili conseguenze sul sistema cardiovascolare che attraverso il cambiamento di abitudini di vita che possono favorire stress e stati infiammatori.

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